Mi chiamo Silvano Scalzini, sono nato a Tolentino, qualche tempo fà.

Non mi reputo un fotografo nel senso professionale della parola, ma un semplice trovatore di immagini sfuggenti, nella velocissima realtà moderna, scovandoli in quei luoghi in cui in quel momento mi trovo, solo e semplicemente, andando più piano e lasciando liberi, gli occhi e la mente.

Fin dalle scuole medie la mia vera passione era, ed è sempre stata, la pittura e la scultura, tanto che nel periodo delle medie fui premiato con una medaglia di merito in  una gara tra le scuole delle Marche.

Dovevo proseguire questo percorso, ma per motivi complicati da spiegare, abbandonai la scuola e passai ad altri interessi.

Col tempo sentivo la mia passione stuzzicarmi puntualmente, ogni qualvolta che passavo davanti ad un’opera d’arte o a fotografie stravaganti.

Provai sensazioni indescrivibili quel giorno, che per puro caso, visitai una mostra fotografica ad Amsterdam, non ricordo l’autore, ma quelle sue immagini mi aprirono le porte ad una realtà che non conoscevo, emozioni stupende, con degli scatti, lui riusciva a catturare la pura realtà, ma in un’altra strana luce, che solo con la pittura pensavo si potesse fare, tanto fu incredibile quella scoperta, che mosso dalla mia innata curiosità, iniziai a dedicarmi alla fotografia.

Questa per me era una nuova tecnica, pian piano cominciai a rendermi conto che effettivamente era una buona sostituta a pennelli e creta, anzi, presto mi accorsi che quando sei colpito da un’immagine, è molto più facile fermarla in quel preciso istante, con una foto che invece dopo, doverla ricreare con pennelli e colori, cercando di ricordarla re-immaginandola.

Per fare questo, a volte un solo scatto non basta, ne possono servire tre o quattro, ma all’epoca della pellicola, purtroppo questa tecnica comportava un grosso dispendio economico e quei costi non erano alla mia portata. Così abbandonai il tutto un’altra volta.

Finalmente arrivò l’avvento del digitale e ci riprovai, mi resi subito conto, che sciolto da quel vincolo che erano rullini e negativi, potevo fotografare liberamente, senza preoccuparmi dei costi, ora potevo fare liberamente i miei quattro, cinque scatti, immagazzinarli e poi tranquillamente recuperarli. Volendo, potevo stampare solo quelli che più mi riaccendevano la visione di quell’istante.

Poi un giorno mentre giravo in internet mi capitò di vedere alcune foto fatte con la tecnica chiamata all’infrarosso, rimasi folgorato alla vista di quelle immagini, che mi riportarono immediatamente alla famosa mostra di Amsterdam e di quello che avevo visto, immagini reali ma nello stesso tempo irreali, quasi oniriche.

Da quel momento in poi mi sono concentrato solo su questa stupenda tecnica, effettuando ricerche e sperimentazioni. E’ così che ho deciso di fare e di seguire questa nuova esperienza, con tutta franchezza posso dire che ho trovato quello che cercavo, quel qualcosa di diverso che trasforma la visione della mia realtà in una luce diversa.

Ora per me è molto più facile scattare d’istinto, per poter catturare e fermare quell’immagine in quel preciso istante in cui gli occhi e il cervello vengono attratti dall’impercettibile e sfuggente sensazione di una realtà leggermente diversa, solo così dopo, posso riuscire a rivederla e riviverla, gustandola appieno.

                                                                        Silvano Scalzini

 

 

 

 

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